Poiché a intervalli regolari ci viene chiesto come dovrebbe essere formattato idealmente il file word di un racconto per poterlo proporre, approfitteremo di questa pausa da quarantena per dedicargli un post. Ecco quindi alcuni consigli pratici per sistemare per bene un racconto o un romanzo prima di mandarlo a una rivista o a una casa editrice.
Attenzione, non sono consigli scolpiti nella pietra. Alcune redazioni potrebbero pretendere un sistema diverso: nel dubbio, controllate sempre nei loro siti internet se una casa editrice o una rivista richiedono un formato particolare. Se non lo richiedono, seguite le nostre indicazioni e andrete sul sicuro. Renderete il vostro manoscritto il più leggibile possibile e andrete così incontro a chi dovrà giudicare il vostro testo.
IL FONT
Times New Roman dimensione 12, per quanto banale, va benissimo, così come vanno bene Palatino e Garamond. Il massimo sarebbe Courier, perché con la sua spaziatura costante (ogni carattere occupa lo stesso spazio) è il re della leggibilità, ma capiamo che può non piacere. Da evitare assolutamente caratteri senza grazie come Arial, Helvetica o Futura, e soprattutto quelli troppo “creativi”, tipo Comic Sans. Con Times New Roman 12 siete a posto.
MARGINI
Sopra e sotto: 2,5 centimetri. Destra e sinistra: 3,5 centimetri, e siete a cavallo. Vi starete chiedendo: “Ma non saranno troppi 3,5 centimetri?” No; margini troppo ampi rendono difficile la lettura. E la leggibilità, ripetiamo, è importante.
INTERLINEA
Evitate interlinea troppo piccoli, come la spaziatura singola o, che Dio vi aiuti, minore. Anche un valore troppo ampio — sopra il 2, per intenderci — non va bene. L’ideale è una via di mezzo: 1,5. Se vi sentite particolarmente coraggiosi usate l’interlinea doppia: fa molto tesi di laurea, ma permette ai redattori di prendere appunti fra un rigo e l’altro della versione cartacea. Con 1,5 comunque andrete sul sicuro.
ALLINEAMENTO
A sinistra. Anche se è più gradevole agli occhi, meglio evitare il giustificato, che tende a pasticciare con la distanza fra le parole. Ricordiamoci che il manoscritto deve essere leggibile, non bello. La sillabazione può andare, ma nel dubbio meglio non usarla.
RIENTRO PRIMO RIGO DI PARAGRAFO
Qui potete andare a occhio spostando l’apposito fermo sul righello in alto. Oppure da menu, impostandolo su un centimetro (1 cm). Ma mi raccomando, un rientro di primo rigo ci vuole. Sempre.
INFORMAZIONI PERSONALI
Se ci dessero un centesimo per ogni volta che qui ad A4 riceviamo un racconto senza i dati personali dell’autore saremmo ricchi. Niente urla “dilettante” come un racconto senza il nome e almeno l’indirizzo email dell’autore. Forza allora: in alto a sinistra, in prima pagina, scrivete nome e cognome. Subito sotto, l’indirizzo email. Se volete potete aggiungere anche il numero di telefono. Queste tre righe sono le uniche in tutto il manoscritto a cui potete dare una spaziatura singola.
LUNGHEZZA DEL TESTO IN NUMERO DI PAROLE, DI BATTUTE S.I. (SPAZI INCLUSI) O ENTRAMBI
Questa informazione è facoltativa, anche perché ci vuole un attimo a farsela dare dal computer. Tuttavia male non fa. In alto a destra, dalla parte opposta del nome, riportate il numero di battute o, nel caso di A4, di parole. Non serve il numero esatto, basta arrotondare. Se un racconto, per esempio, è lungo 1435 parole, scriverete “1450 parole ca”.
TITOLO E BY LINE
Il titolo va al centro della prima pagina, sia in orizzontale che in verticale. Maiuscolo o minuscolo, tondo o grassetto, poca importa. Poi andate a capo e scrivete “di” e il vostro nome. Dice: “ma l’ho già scritto in alto!” Non ha importanza, riscrivetelo. Anche perché i due nomi potrebbero non coincidere nel caso usiate uno pseudonimo, o il racconto sia proposto da qualcuno diverso dall’autore, come un agente, un amico o un parente. Scritto il nome dell’autore, andate due volte a capo e da lì in poi comincia il racconto. Se si tratta di un romanzo, invece, inserite un’interruzione e cominciate da pagina due.
INTESTAZIONE
Nel caso di A4 non serve. Ma se proponete un romanzo a una casa editrice consigliamo vivamente di riportare su ogni pagina, in alto a destra, la seguente intestazione: Cognome_autore / PAROLA_CHIAVE_DEL_TITOLO / Numero_di_pagina. Per esempio:
Manzoni / PROMESSI / 23
Perché? In una casa editrice potrebbero decidere di stampare il vostro romanzo di trecento pagine; se quelle pagine finissero sparpagliate per terra, magari insieme a quelle di un altro manoscritto, come farebbero i redattori a rimettere insieme il fascio di fogli? Per ovvie ragioni, nella prima pagina l’intestazione non serve, quindi spuntate la casella che da qualche parte del menù intestazione dice “Diversa nella prima pagina”, e l’intestazione comincerà magicamente da pagina 2 in poi.
VIRGOLETTE DEI DIALOGHI
Tutte le riviste e le case editrici hanno un proprio modo per indicare i dialoghi: qualcuno usa le virgolette in alto (“) e qualcun altro quelle in basso, le cosiddette caporali («); qualcuno usa i trattini (–) e qualcun altro gli apostrofi (‘). Quindi non vi preoccupate. Usate quelle che preferite, ci penseranno poi le redazioni a uniformare lo stile.
Basta, è tutto. Se avrete fatto le cose per bene, la prima pagina del vostro manoscritto si presenterà così:

Non è bellissima? Guardate come respira il testo. (Ricordiamo che nel caso di un romanzo, il testo non comincia sotto il titolo, ma dalla seconda pagina).
Questa invece è la seconda pagina, con la sua bella intestazione:

Uno potrebbe chiedere: “ma se mandassi il testo come capita e poi questo lavoro lo fanno direttamente in redazione?” Risposta: perché dare del lavoro supplementare a un redattore e nello stesso tempo perdere l’occasione per passare da professionisti? Andiamo, prendetevi dieci minuti e fate le cose come si deve.
Fine.
Avete dubbi? Non esitate a esternarli nei commenti oppure scrivendo alla redazione. Saremo felicissimi di colmarli. Buona formattazione!
Applausi
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Grazie, ce li prendiamo!
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[…] “rivista letteraria“, fornisce alcuni consigli per formattare un manoscritto. Prendi nota, anche degli errori che ti accorgerai di aver commesso. Errare è umano, perseverare […]
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