Esce oggi l’ottavo numero di “A4”. Contiene un racconto intitolato Madonna delle campagne, scritto in una lingua nuova, un dialetto inventato fra il napoletano e il cilentano.
L’autore del racconto è Dario De Marco, che ha fatto il giornalista per quindici anni (“Il sole 24 Ore”, “Repubblica”, “Il mattino”). Ha cofondato il mensile “Giudizio universale”. Ha pubblicato i libri Non siamo mai abbastanza (66thand2nd) e Mia figlia spiegata a mia figlia (LiberAria). Suoi testi sono usciti su “Doppiozero”, “Nazione indiana” e “Inutile”. Ha provato a smettere di scrivere, ha anche trovato lavoro in una pizzeria, ma ogni tanto ci ricasca: sugli “Stati generali”, su “Prismo”, sul suo blog: dariodemarco.wordpress.com.
Ecco l’incipit di Madonna delle campagne:
La porta di casa nostra in piazza si apriva pure da fuori. Certo, la notte si poteva inzerrare da dentro, ma il giorno, fino a che non la cambiammo insieme a tutto il resto dei lavori, stava così che uno che veniva poteva entrare senza bussare e senza che tampoco quelli di dentro dovevano correre a ràprere: non c’era manco la maniglia, bastava spentare. Questo pure perché ai tempi antichi era tutto nu iesci e trasi di gente tra parzonàri, coloni, compari, vattiàti e crisimati, e parenti.
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Buona lettura!
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